Gli ospedali, infatti, hanno dovuto affrontare una pressione crescente di richieste danni per Medical Malpractice, più comunemente definita malasanità, nel corso delle varie ondate. In particolare, la seconda ondata, tra il settembre e il dicembre 2020, ha registrato un 51% di claims per covid in più rispetto alla prima, mentre i dati della terza, ad oggi, sono di 148 denunce.
Durante la prima ondata, che ha segnato l’inizio dell’emergenza a febbraio 2020, il 52% delle richieste di risarcimento danni sono arrivate dal Nord Italia, l’area più colpita a livello epidemiologico; al contrario, nelle successive ondate il maggior numero di richieste è stato presentato al Sud, il 73% in più rispetto al Nord nella seconda ondata, e arrivando addirittura al 109% in più nella terza. Tale significativa variazione emerge dall’indagine condotta da AmTrust Assicurazioni e dai dati non pare essere correlata ad una maggiore pressione esercitata dal Covid sugli ospedali di queste regioni, dal momento che la percentuale di occupazione dei posti letto ospedalieri è rimasta omogenea su tutto il territorio nazionale1.
Il primo Osservatorio Covid MedMal. presentato da AmTrust analizza un campione d’indagine di 430 strutture sanitarie, pubbliche e private, assicurate mediamente ogni anno dalla specialty insurer assicurativa, che si riconferma anche nel 2022 il principale player in Italia nel settore della Medical Malpractice (MedMal), grazie ad una quota di mercato del 40% sugli enti ospedalieri e di oltre 100 mila medici assicurati.
Dall’inizio della pandemia al gennaio 2022, arco di tempo in cui si sono susseguite le quattro ondate Covid, la compagnia assicurativa ha ricevuto 539 richieste di risarcimento danni, di cui l’80% presentato agli ospedali pubblici e il 20% alle strutture private. Dalla ricerca si evince però che, tra le prime due ondate e le seconde due, il carico assistenziale si è leggermente spostato sugli ospedali pubblici rispetto alla sanità privata, con circa il 95% delle richieste della terza ondata indirizzato solo a strutture pubbliche.
Nel complesso l’incidenza prevalente dei claims riguarda soggetti rientranti nella fascia tra i 51 e i 60 anni, sia per gli uomini che per le donne, in corrispondenza con il calo progressivo dell’età media ospedalizzata nel corso della pandemia.
Dallo studio risulta inoltre che il 48% dei sinistri Covid sono stati denunciati entro 3 mesi dalla data di accadimento e che questa percentuale raggiunge il 74% entro i 6 mesi. Durante il periodo preso in esame i tempi necessari per far scattare la denuncia sono diventati più rapidi: infatti se la media nella prima ondata era di nove mesi dalla data dell’evento, questo lasso temporale si è dimezzato nella seconda e, proseguendo ancora il trend di riduzione, AmTrust ha ricevuto nella terza ondata richiesta di risarcimenti su polizze RC sanitarie mediamente dopo un mese e mezzo dalla data dell’accadimento dannoso.
Altro dato rilevante riguarda la prevalente incidenza della potenziale responsabilità sanitaria (MedMal), circa l’86%, nella richiesta dei danni, così come i coinvolgimenti di responsabilità del datore di lavoro riferita all’osservanza delle norme per il contrasto e il contenimento della diffusione del Virus Covid-19 nell’ambiente di lavoro, con l’11% dei casi, un’incidenza rilevante su questa tipologia di rischio. Il 2% degli scenari rientra nella sfera delle lesioni generali non MedMal e l’1% nei danni materiali.
In aggiunta, dall’indagine di AmTrust emerge che:
- Il campione d’indagine è costituito per il 76% da sinistri ancora aperti e per il 24% da richieste danni che non hanno avuto seguito.
- Il 91% delle denunce di Covid è caratterizzato da azioni civili, mentre per il restante 9% si tratta di procedimenti penali.
- Nel 44% dei casi si tratta di presunti danni lievi, mentre nel 42% dei casi la gravità del danno è per decesso. Questi ultimi sono precisamente 224 sinistri denunciati dei quali il 95% riferiti a pazienti (MedMal) mentre il restante 5% ad operatori sanitari (RCO), con una concentrazione importante di 106 richieste avvenute solamente negli ospedali pubblici del Sud Italia.
- Oltre il 61% delle pratiche viene chiuso entro i 3 mesi dalla data di denuncia mentre entro 6 mesi la percentuale raggiunge il 92% (questo dato è riferito alle sole denunce chiuse senza seguito).
1Portale Covid-19 – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali
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